La morte del disincanto di Salvatore Ferraro
Inviato da Salvatore Iorio il Gio, 27/01/2011 - 19:33
«La mia vita un po’ la amo, ma un po’ la odio, sempre sospesa fra la morte dei miei sogni e la morte del mio disincanto»
Talvolta escono libri che possono legittimamente aspirare - col tempo - a divenire di culto, anche se per un preciso contesto socio-geografico, nel caso specifico i trentenni di certa provincia vesuviana. È il caso de La morte del disincanto, romanzo d’esordio di Salvatore Ferraro (napoletano di Torre Annunziata, libero professionista del terzo settore prestato alla scrittura), pubblicato dalla romana Arduino Sacco Editore (che si pregia di non usufruire di sovvenzioni né statali né da parte degli autori, il che – di questi tempi – è già un miracolo!). Di certo il passaggio della linea d’ombra del trentesimo anno d’età, con conseguente crisi esistenziale, non è una novità tematica, eppure la scanzonata pseudo autobiografia del nostro sorprende per semplicità ed efficacia di scrittura e per felicità di inventiva: nel raccontare – in poco più di cento pagine che si lasciano leggere in un paio d’ore – la vita di Marco, sorta di alter ego dell'autore, praticante laureato in economia sulla soglia dei trenta, appassionato di moto e fumetti, di cinema e videogiochi (oltre che della fidanzata Alice), sospeso tra necessità di crescere e voglia di restare adolescente, tra costrizioni sociali e fughe mentali dalla realtà, Ferraro dà vita ad un personaggio letterariamente credibile e strappa spesso il sorriso grazie agli exploits di uno slang giovanilistico-vesuviano che tanti lettori coetanei non mancheranno di rimarcare. Sorta di Jack Frusciante in salsa partenopea, il libro si offre anche come un precipitato di tanti idòla della cultura pop e della post-modernità: lo stile di Ferraro è veloce e scattante come il montaggio dei film degli amati Lenzi e Lado o la sceneggiatura di un manga di Go Nagai, come il riff urlante di un brano metal o la parabola perfetta di un goal in rovesciata. Incastonato in una griglia di riferimenti che spazia dai cartoon giapponesi ai videogiochi da bar, c’è poi lo streams of consciousness dei pensieri del protagonista, i suoi sotterfugi sentimentali, la sua meteoropatia, le divertentissime classifiche dei mestieri preferiti o degli high lights (per restare in tema calcistico) di tre decadi di esistenza. Modulato su di una strigente unità di tempo (il mese che precede il compimento dei trent’anni del protagonista) ed impreziosito da citazioni sornione che introducono ogni capitoletto e che mettono insieme Il Corvo e Kierkegaard, Arrapaho! e Aristotele, La morte del disincanto non mancherà di sorprendere anche l’osservatore letterario più snob e bacchettone.
Scheda libro: http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=449
(Salvatore Iorio, CNN Italy, 2011)
(Salvatore Ferraro, dal libro)
Scheda libro: http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=449
(Salvatore Iorio, CNN Italy, 2011)
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