martedì 30 agosto 2011

La regola del sospetto

Mi diceva: "Ti porterò sempre nel mio cuore". Non sono diventata medico perché, durante l'esame di anatomia, sostenevo che il cuore umano è composto da cinque cavità: due ventricoli, due atri ed una prigione.
Alice guarda i gatti ed i gatti guardano le alici, cantava un comico in Tv. La mia fidanzata guarda me, studia i miei movimenti, cerca la prova schiacciante. La regola del sospetto è la sua autodifesa. Esempi esplicativi della regola: se squilla il vostro telefono, è un’amante, se siete in ritardo di quindici minuti, avete avuto un incidente mortale o siete scappati con una polacca, se una sera siete stanchi e non avete voglia di uscire, non l’amate più. La regola del sospetto è tanto semplice quanto efficace, fa cadere il proprio partner in uno stato ibrido, tra l’autistico ed il pupazzo del detersivo coccolino concentrato. L’uomo però si sa, è duro a morire. Impara a conoscere le traiettorie giuste, evita le zone d’ombra, comincia a parlare in maniera ovattata ed a camminare con fare felpato. L’uomo sviluppa poteri inimmaginabili, la strada tortuosa e lastricata di ostacoli forgia esseri capaci di sentire il pericolo a km di distanza e sempre pronti ad evitare le trappole anche nelle situazioni più ardite. La mia fragile ed amatissima Alice è una persona: gioiosa, solare, piacevole, disponibile con tutti. Con me no, io sono l’indiziato, nulla mi rende colpevole, nulla mi scagiona, in poche parole, un cane che si morde la coda. La cosa più amorevole che mi dice è: Quanto sarebbe bello non amarti, soffrirei meno. L’amore fa male? Io sono contento di amare Alice e la sopporto, lei è scontenta di amare e si diletta a fare processi alle mie intenzioni. Una donna ama troppo, forse è questo il punto. La grande confusione a mio dire non è da ricercare nella parola “amore”, ma nella confusione che genera il sentirsene vittima e non prescelta. Vivendo un sentimento grande ed incontenibile per un cuore di poco più di un kg di peso, si genera nella maggior parte dei casi una gran confusione. Parlo per intenderci del sentimento smodato inventato da poeti e registi ad uso e consumo di quello che fu il sesso debole. Il sentimento descritto in maniera impeccabile nelle melense favole di ieri e nelle stupide fiction di oggi, è artefice dell’ odierna infelicità femminile. La confusione a mio dire è generata dalla voglia di dare forma a qualcosa che per sua natura è intangibile, quindi a farne le spese è quello che nella testa delle donne è la rappresentazione, il contenitore di quel qualcosa: il loro fidanzato. Quindi, l’opera artistica avviene sul poco argilloso e modellabile corpo dell’amato, confondendo quello che è un proprio disagio con amore smodato. Dopo numerosi tentativi e dopo aver preso coscienza che l’argilla è facile da modellare solo per Dio e la protagonista del film “Ghost”, le donne passano alla seconda fase, che io chiamo “patrie galere”.  Anche nella seconda fase parliamo sempre di confusione, ma questa volta si confonde l’amore con il possesso. QQuello che lei definisce “voler stare sempre assieme” non è neanche in questo caso amore smodato, ma una fase di studio e controllo serrato. Presto anche lei sarà stanca della seconda fase, l’abbandonerà con fare molesto e scontroso. Questo non è altro che il preludio all’ultima e definitiva fase, come una crisalide che finalmente diventa farfalla si passa alla teoria di cui sopra: La regola del sospetto. Si entra nella terza fase e ci si resta a vita o fino a quando si riesce a resistere ad un processo lungo e pieno di test. Le nostre amatissime compagne a malincuore si renderanno lentamente conto di non poter dare forma al loro irreale progetto d’amore, sopratutto capiranno tra le urla che una persona può essere amata ma non posseduta. Il resto della nostra amabile vita, con la nostra amabile compagna, sarà un continuo difendersi da lei che cercherà un modo per giustificare i suoi precedenti tentativi falliti, ovviamente cercando in voi le cause. Il suo strumento di supplizio mentale sarà la “regola del sospetto”.

Nessun commento:

Posta un commento